Solidarietà con tutti

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In Te, che ti sei fatto povero per noi la Chiesa desidera ritrovare di nuovo la forza della beatitudine dei poveri, dei poveri di spirito, dei quali è il regno dei cieli, e desidera restarle fedele! Con la forza di questa beatitudine desidera trasformare gli uomini,le società e i sistemi.

Desidera costruire <<la nuova terra e i nuovi cieli>>, in cui abitano la giustizia e la pace. <<Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama>> (Lc. 2, 14). Profondamente consapevoli di questa missione e forti della verità della beatitudine, da Te pronunciata con la tua nascita quale Figlio di Dio e dell’Uomo, noi desideriamo confessare in modo particolare la nostra unione fraterna con tutti gli uomini e, specialmente, con coloro che soffrono perché sono privi del necessario, con coloro che costituiscono la grande moltitudine dei poveri.

Questa moltitudine, forse senza saperlo, segue Te, proprio Te, buon Pastore, Figlio di Dio, che ti sei fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della tua povertà. I giorni appena trascorsi ci hanno recato segni consolanti di una rinnovata sensibilità da parte di cittadini e governanti. Nel rallegrarci per il contributo che Autorità civili, Organismi ecclesiali e Istituzioni private stanno dando alla lotta contro la fame, noi manifestiamo ancora una volta la nostra solidarietà con la sterminata moltitudine dei poveri, con i loro diritti, con le loro speranze.

Noi affermiamo la nostra solidarietà con tutti i poveri del mondo contemporaneo, nell’attualità drammaticamente concreta e quotidiana delle loro sofferenze:

con le popolazioni dell’Etiopia, del Mozambico e di altre regioni africane decimate dal flagello della carestia e della siccità e con tutti coloro che, anche in altre parti del mondo, muoiono di fame;

con le migliaia di profughi che si trovano forzatamente lontani dalla patria e, privi come Cristo di un tetto, vivono tanto spesso in condizione indegna di essere umani;

con i disoccupati in attesa di un lavoro che consenta loro di procurarsi un onesto sostentamento e di recare il proprio contributo all’edificazione della società; con le persone che, per malattia, vecchiaia, o sventura, bevono il calice amaro delle solitudine e dell’abbandono.

Affermiamo, ancora, la nostra solidarietà: con le vedove e con gli orfani, che piangono i mariti e i padri proditoriamente sottratti al loro affetto e mai più ritornati alle loro case; con tutte le vittime della violenza, con i familiari di quanti hanno pagato con la vita il loro impegno per la predicazione del Vangelo e l’attuazione della dottrina sociale della Chiesa; con le vittime dei sequestri, tuttora nelle mani dei loro rapitori; con le famiglie che soffrono per il dissesto morale in esse introdotto dalla cinica società dei consumi; con quanti lottano per sottrarsi alle spire della droga, della violenza, delle organizzazioni criminose.

Affermiamo, infine, la nostra solidarietà con tutte le vittime di quelle altre povertà che colpiscono la sfera dei valori spirituali e sociali della persona; con quanti sono privati del diritto alla libertà di movimento, alla sicurezza della persona, alla stessa vita; con quanti sono esclusi, per motivo di nazionalità o di razza, dall’uguale dignità con gli uomini e le donne della medesima terra;

con quanti non possono liberamente esprimere il loro pensiero, né liberamente professare e praticare la loro religione; con quanti devono pagare con l’emarginazione sociale o addirittura col carcere il loro legittimo dissenso verso le ideologie di regime; con quanti sono sottoposti a violenze psicologiche, che profanano l’intimo santuario della coscienza, mortificando in modo ignobile la dignità personale.

Davanti a Te, Verbo eterno che hai voluto nascere nello squallore di una stalla per arricchire gli uomini della tua divinità, la Chiesa rinnova la sua opzione preferenziale per i poveri. Essa inoltre prega perché la luce proveniente dal Presepe dissipi le tenebre dell’errore, dell’odio e dell’egoismo, che gravano sui cuori umani, e li convinca ad impegnarsi per un mondo in cui i valori della giustizia e dell’amore sempre più condivisi e tradotti nei fatti preparino la strada a quella pace che gli Angeli annunciarono, per la speranza e la gioia di tutti, nel cielo di Betlemme.

(Ins. Giov. Paolo II, 1984, v. 8, 2, p. 1666)

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