Elezione Papa Giovanni Paolo II – 16 Ottobre 1978

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Karol Wojtyła venne ordinato presbitero il 1º novembre 1946 dall’arcivescovo di Cracovia, Adam Stefan Sapieha. Subito dopo egli si trasferì a Roma per proseguire gli studi teologici presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (conosciuta anche come Angelicum). Nella tesi di dottorato, che aveva per tema la dottrina della fede in San Giovanni della Croce, Wojtyła pose l’accento sulla natura personale dell’incontro dell’uomo con Dio.

Ritornato in Polonia nell’estate del 1948, la sua prima missione pastorale fu nel paesino di Niegowić, a venticinque chilometri da Cracovia. Nel marzo 1949 fu trasferito nella parrocchia di San Floriano a Cracovia. Insegnò etica all’Università Jagellonica della città e successivamente all’Università Cattolica di Lublino. Nel 1958 fu nominato vescovo ausiliare di Cracovia e quattro anni dopo assunse la guida della diocesi quale vicario capitolare.

Il 13 gennaio 1964 papa Paolo VI lo nominò arcivescovo di Cracovia.

Sia come vescovo, prima, che come arcivescovo, poi, Wojtyła partecipò al Concilio Vaticano II, contribuendo ai documenti per la stesura della Dignitatis Humanae e della Gaudium et Spes, due dei documenti storici più importanti ed influenti prodotti dal concilio. In particolare, nel settembre del 1964 intervenne sullo schema preparatorio sulla libertà religiosa, evidenziando che nel testo si ometteva di dire che «solo la verità rende liberi». Nel 1965 diede il suo contributo allo schema preparatorio della costituzione dogmatica Gaudium et Spes, pronunciando il 28 settembre un importante discorso in difesa dell’antropologia personalista.

Stemma cardinalizio di Karol Wojtyła

Il 26 giugno 1967 fu creato e pubblicato cardinale di San Cesareo in Palatio (diaconia elevata a titolo pro illa vice) da papa Paolo VI. A Cracovia si distinse per la sua attività di opposizione al regime comunista. In particolare, fece pubblicare a puntate nel suo giornale diocesano alcuni libri usciti all’epoca e colpiti dalla censura comunista. Tra questi Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori e Lettera a un bambino mai nato della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci. La giornalista, in particolare, non gradì la cosa e scrisse una lettera al cardinale, denunciando la violazione del diritto d’autore, problema che Wojtyła poté superare grazie alla legislazione vigente nello stato polacco.

Nell’agosto del 1978, dopo la morte di Paolo VI, partecipò al conclave che si concluse con l’elezione di Albino Luciani, il patriarca di Venezia, il quale divenne papa Giovanni Paolo I. Avendo 65 anni, Luciani era considerato un pontefice giovane in confronto ai suoi predecessori. Wojtyła, che allora ne aveva 58, avrebbe potuto attendersi di partecipare nuovamente ad un conclave prima di raggiungere gli ottant’anni, età massima per la partecipazione, ma certo non si sarebbe mai aspettato che il suo secondo conclave si sarebbe tenuto così presto. Invece il 28 settembre 1978, dopo solo 33 giorni di pontificato, Giovanni Paolo I morì. Nell’ottobre 1978 Wojtyła fece ritorno in Vaticano per prendere parte al secondo conclave in meno di due mesi.

Il secondo conclave del 1978

Qualcuno pensa[senza fonte] che la sua nomina, come quella del suo predecessore, sia stata frutto di un compromesso: il conclave infatti, secondo quanto emerso dai racconti di alcuni cardinali, vide una netta divisione tra due candidati particolarmente forti quali il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, votato dalla parte dell’ala conservatrice, e il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, molto vicino a papa Giovanni Paolo I e sorretto dall’ala più riformista del Collegio dei Cardinali. Sembra che nei primi ballottaggi Benelli sia arrivato a nove voti dall’elezione, ma Wojtyła, in parte grazie al supporto ottenuto da cardinali come Franz König e altri che avevano precedentemente appoggiato Siri, venne eletto con grande stupore di tutto il mondo.

Alle 18:18 del 16 ottobre, dopo l’ottavo scrutinio, dal comignolo della Sistina si levò la fumata bianca. Poco meno di mezz’ora dopo, alle 18:45, il cardinale protodiacono Pericle Felici, annunciò:Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Carolum, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Wojtyła qui sibi nomen imposuit Ioannis Pauli. Pare che in un primo momento Wojtyła fosse orientato ad assumere il nome di Stanislao I in onore del santo patrono della Polonia: tuttavia, poiché i cardinali gli fecero notare che era un nome che non rientrava nella tradizione romana, Wojtyła scelse Giovanni Paolo II[18], in ricordo del predecessore e per tener viva la sua memoria.

Il cardinale Felici, al momento della conclusione dell’annuncio in latino – comunicare qual era il nome pontificale scelto – non pronunciò la parola “secundi”, ma disse solo Ioannis Pauli (egli leggeva sul grande libro che un cerimoniere gli teneva aperto davanti, e che conteneva la sola dicitura “N.” in luogo del nome dell’eletto.) Lo stesso cardinale aveva, un mese e mezzo prima, annunciato la nomina di Albino Luciani, scandendo le parole “Ioannis Pauli primi”. Rientra infatti nella tradizione che, qualora l’eletto scelga lo stesso nome dell’immediato precedessore, all’annuncio se ne ometta il numerale, ritenuto implicito: così era avvenuto al termine del conclave del 1939, quando il nuovo papa Pio XII – successore di Pio XI – fu annunciato solamente come “Pium” dal cardinale Caccia Dominioni.

Pochi minuti più tardi il nuovo papa si presentò alla folla riunita in piazza San Pietro, affacciandosi dalla loggia che sovrasta l’ingresso della basilica di San Pietro in Vaticano. Contrariamente a quanto previsto dal cerimoniale, decise di rivolgere un discorso di saluto alla folla. Nel suo breve discorso egli si definì come «un nuovo vescovo di Roma… chiamato da un paese lontano» e superò subito le diffidenze degli italiani, che vedevano per la prima volta da lungo tempo un pontefice straniero, dicendo «se mi sbaglio mi corrigerete!», frase rimasta famosa e che suscitò l’applauso dei presenti. Al termine egli impartì la prima benedizione Urbi et Orbi che fu trasmessa in mondovisione.

Il giorno seguente il nuovo pontefice celebrò la messa insieme al Collegio cardinalizio nella Cappella Sistina e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero petrino, quale 264º successore di Pietro apostolo.

Papa Giovanni Paolo II volle iniziare il suo pontificato rendendo omaggio ai due patroni d’Italia e così il 5 novembre 1978 visitò Assisi, per venerare san Francesco, e successivamente si recò anche alla basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma, per venerare la tomba di santa Caterina da Siena. Il 12 novembre Giovanni Paolo II prese possesso, come vescovo di Roma, della cattedra di San Giovanni in Laterano e il 5 dicembre compì la prima visita alle parrocchie della diocesi di Roma iniziando con San Francesco Saverio nel quartiere della Garbatella.

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