Lettera a tutte le persone consacrate delle comunità religiose e degli istituti secolari in occasione dell’Anno Mariano

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“La tua vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3, 3).

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

I INTRODUZIONE

L’enciclica Redemptoris Mater spiega il significato dell’Anno Mariano, che tutta la Chiesa è stato celebrato dal Pentecoste scorso e che proseguirà fino alla venuta solennità dell’Assunzione. In questo periodo, stiamo cercando di seguire l’insegnamento del Concilio Vaticano II che, nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, designata la Madre di Dio come colui che “precede” il popolo di Dio nel pellegrinaggio della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. (1) a causa di questo fatto, tutta la Chiesa trova un “modello” perfetto in Maria. Ciò che il Consiglio, seguendo la tradizione dei Padri, afferma sulla Chiesa come comunità universale del Popolo di Dio deve essere meditato da coloro che insieme compongono questa stessa comunità, alla luce della vocazione di ciascuno.

Sicuramente molti di voi, cari fratelli e sorelle, stanno cercando durante l’Anno Mariano per rinnovare la vostra consapevolezza del legame tra la Madre di Dio e la propria specifica vocazione nella Chiesa. La presente lettera, che mi rivolgo a voi come parte di questo Anno è pensato per aiutarvi nelle vostre meditazioni su questo argomento. In questo modo Vorrei anche fare riferimento alle considerazioni già preparato dalla Congregazione per gli Istituti secolari e religiosi. (2) Allo stesso tempo, lo scopo della mia scrittura è di esprimere l’amore che la Chiesa ha per voi, per la vostra vocazione, per la missione che svolgete in mezzo al Popolo di Dio, in molti luoghi diversi e modi diversi. Tutto questo è un grande dono per la Chiesa. Dal momento che la Madre di Dio è costantemente presente nella vita della Chiesa a motivo della parte che ha nel mistero di Cristo, la vostra vocazione e il servizio sono come un riflesso della sua presenza. Quindi dobbiamo chiederci quale rapporto esiste tra questo “modello” e la vocazione delle persone consacrate che nei vari Ordini, Congregazioni e Istituti si impegnano a vivere il loro dono di sé a Cristo.

II INSIEME CON MARIA
Meditiamo
Sul mistero della nostra vocazione

Alla Visitazione, Elisabetta, parente di Maria, la chiamò beata a motivo della sua fede: “E beata colei che ha creduto che ci sarebbe stato un adempimento di ciò che è stato detto a lei dal Signore” (Lc 1,45).

Le parole rivolte a Maria nell’Annunciazione erano certamente insolito. Una lettura attenta del testo di Luca mostra che le parole dell’angelo a lei contengono la verità su Dio, in un modo che è già conforme al Vangelo e alla Nuova Alleanza. La Vergine di Nazaret è stato introdotto nel mistero imperscrutabile, che è il Dio vivente, il Dio uno e trino: Padre, Figlio e Spirito Santo. In tale contesto la vocazione della Vergine per essere Madre del Messia fu rivelato a lei, una vocazione a cui lei ha risposto con il suo fiat: “Avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).

Meditando su ciò che è accaduto al momento dell’Annunciazione, pensiamo anche la nostra vocazione. Una vocazione segna sempre una sorta di punto di svolta nel cammino della nostra relazione con il Dio vivente. Prima di ogni uno di voi una nuova prospettiva ha aperto, e un nuovo significato e dimensione sono state date alla vostra esistenza cristiana.

Questo accade in vista del futuro, alla vita che la singola persona vivrà, e per la scelta di quella persona e la decisione matura. Il momento della vocazione sempre riguarda direttamente una persona particolare, ma come con l’Annunciazione a Nazareth significa anche una certa “svelamento” del mistero di Dio. Prima che diventi un fatto compiuto all’interno di un individuo, prima di assumere la forma di una scelta e decisione personale, una vocazione rimanda a un’altra scelta, una scelta da parte di Dio, che ha preceduto la scelta umana e decisione. Cristo ha parlato di questo agli Apostoli durante il suo discorso di addio: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16).

Questa scelta ci invita – come ha fatto Maria nell’Annunciazione – per scoprire noi stessi nel profondo dell’eterno mistero di Dio che è amore. Vediamo che quando Cristo ci sceglie, quando ci dice “Seguimi”, allora, come la Lettera agli Efesini proclama, “il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo” ci sceglie in lui: “Lui ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo. Ci ha nella carità, predestinandoci a essere suoi figli e figlie … a lode e gloria della sua grazia, che ha abbondantemente riversata su di noi nel suo Figlio diletto “. Inoltre, “si è fatto conoscere a noi in ogni sapienza e intelligenza il mistero della sua volontà, secondo il suo disegno che ha esposto in Cristo” (Ef 1, 4-6, 9).

Questi hanno una estensione universale: si parla della scelta eterno di tutti e di ciascuno in Cristo, della vocazione alla santità che è propria dei figli adottivi di Dio. Allo stesso tempo, ci permettono di cercare le profondità del mistero di ogni vocazione, in particolare la vocazione che è propria delle persone consacrate. In questo modo ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, è in grado di rendersi conto di quanto profondo e soprannaturale è la realtà che sperimentiamo quando seguiamo Cristo, come ci invita con le parole: “Seguimi”. Poi la verità delle parole di san Paolo, “La tua vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3, 3), diventa reale e chiaro per noi. La nostra vocazione è nascosta nel mistero eterno di Dio prima che diventi un fatto compiuto dentro di noi, prima che diventi la nostra umana “sì”, la nostra scelta e decisione.

Insieme con la Vergine al momento dell’Annunciazione a Nazareth, meditiamo il mistero della vocazione, che è diventata la nostra “parte” in Cristo e nella Chiesa.

III INSIEME CON MARIA
Meditiamo sul mistero
Della nostra consacrazione

San Paolo scrive: “Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3, 3). Passiamo dall’Annunciazione al mistero pasquale. L’espressione paolina “siete morti” corrisponde alle sue parole nella Lettera ai Romani, quando scrive sul significato del sacramento che ci fa parte della vita di Cristo: “Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? “(Rm 6: 3). Così l’espressione nella Lettera ai Colossesi “Voi infatti siete morti” significa che “siamo stati sepolti con lui mediante il battesimo nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita “(Rm 6: 4).

Da tutta l’eternità Dio ci ha scelto nel suo Figlio diletto, il Redentore del mondo. La nostra vocazione alla grazia dell’adozione a figli di Dio corrisponde alla verità eterna di questo essere “nascosta con Cristo in Dio”. Questa vocazione di tutti i cristiani si realizza nel tempo per mezzo del Battesimo, che ci seppellisce nella morte di Cristo. Il battesimo segna anche l’inizio del nostro essere “nascosta con Cristo in Dio” – una realtà inscritta nella storia della vita di un particolare battezzato. Condividendo sacramentalmente nella morte redentrice di Cristo, anche noi veniamo a unirsi a lui nella sua risurrezione (cfr Rm 6: 5). Condividiamo in questa “novità di vita” totale (cfr Rm 6: 4) avviato nella storia umana da Cristo, proprio attraverso la sua Risurrezione. Questa “novità di vita” si intende, in primo luogo di essere liberato dal retaggio del peccato, dalla schiavitù del peccato (cfr Rm 6, 1-11).

Allo stesso tempo – e soprattutto – significa “consacrazione nella verità” (cfr Gv 17,17), in cui la prospettiva di unione con Dio, la vita in Dio si rivela pienamente. Questo è come la nostra vita umana è “nascosta con Cristo in Dio” in un modo che è sacramentale e reale. Per il sacramento corrisponde alla realtà viva della grazia santificante, che permea la nostra vita umana mediante la partecipazione alla vita trinitaria di Dio.

Le parole di Paolo, in particolare nella Lettera ai Romani, dimostrano che tutto questo “novità di vita”, che è in primo luogo condiviso con noi attraverso il Battesimo, comprende l’inizio di tutte le vocazioni, che nel corso della vita di un cristiano richiederà un scelta e una decisione consapevole nella Chiesa. In effetti, ogni vocazione di un battezzato riflette qualche aspetto di quella “consacrazione nella verità” che Cristo ha compiuto nella sua morte e risurrezione e ha fatto parte del suo mistero pasquale: “Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità “(Gv 17,19).

La vocazione di una persona a consacrare tutta la sua vita ha un rapporto speciale con propria consacrazione di Cristo per il bene del genere umano. Esso deriva dalla radice sacramentale del Battesimo, che abbraccia la prima e fondamentale consacrazione della persona a Dio. La consacrazione mediante la professione dei consigli evangelici – con i voti o promesse – è uno sviluppo organico di inizio fatte al battesimo. Consacrazione comprende la scelta matura che si fa per Dio stesso, la risposta sponsale all’amore di Cristo. Chi si dona a lui in modo totale e indiviso, desideriamo “seguirlo”, di prendere una decisione di osservare la castità, povertà e obbedienza nello spirito dei consigli evangelici. Vogliamo essere come Cristo nel modo più vicino possibile, modellare la nostra vita secondo lo spirito delle beatitudini nel discorso della montagna. Ma soprattutto vogliamo avere la carità, che permea tutti gli elementi della vita consacrata e li unisce come un vero e proprio “vincolo di perfezione”. (3)

Tutto questo è incluso nel senso paolino di che “muore”, che inizia sacramentalmente nel Battesimo. E ‘un morire con Cristo, che ci permette di condividere i frutti della sua risurrezione, come il chicco di grano caduto in terra non “muore” per il bene della vita nuova (cfr Gv 12,24). La consacrazione di una persona attraverso vincoli sacri determina una “novità di vita”, che può essere realizzato solo sulla base di un “nascondimento” di tutto ciò che rende la nostra vita terrena in Cristo: la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Mentre da un punto di vista umano consacrazione di una persona può essere paragonato a “perdere la vita”, ma è anche il modo più diretto di “trovare” è. Per Cristo dice: “Chi avrà perduto la sua vita f o causa mia, la troverà” (Mt 10,39). Queste parole sicuramente esprimono la radicalità del Vangelo. Allo stesso tempo, non possiamo non notare quanto si applica al l’essere umano, e ciò che un unica dimensione antropologica hanno. Che cosa è più importante per un essere umano – uomo o donna – che proprio questo: trovarsi, ritrovarsi in Cristo, poiché Cristo è la “tutta la pienezza” (cfr Col 2: 9)?

Questi pensieri riguardanti la consacrazione della persona attraverso la professione dei consigli evangelici ci tengono costantemente nella sfera del mistero pasquale. Insieme con Maria, cerchiamo di essere partecipi della sua morte che ha portato frutti di “nuova vita” nella Risurrezione: una morte del genere sulla croce era infame, ed è stata la morte del proprio Figlio! Ma proprio lì, ai piedi della Croce, “in cui si trovava, non senza un disegno divino”, (4) non ha Maria realizza in un nuovo modo tutto quello che aveva già sentito il giorno dell’Annunciazione? Proprio lì, proprio attraverso “la spada che ha trafitto la sua anima” (cfr Lc 2,35), attraverso un “kenosi della fede” impareggiabile, (5) non ha Maria percepire completamente la piena verità sulla sua maternità? Proprio lì, ha fatto lei non definitiva si identifica con quella verità, “riscoprendo la sua anima”, l’anima che, nell’esperienza del Golgota, ha dovuto “perdere” nel modo più doloroso per amore di Cristo e del Vangelo?

E ‘proprio in questo completo “riscoperta” della verità sulla sua maternità divina, che è diventato “parte” di Maria dal momento dell’Annunciazione che possano servire le parole di Cristo sulla croce, le parole che si riferiscono per l’apostolo Giovanni, riferendosi ad un uomo: “Ecco, tuo figlio!” (cfr Gv 19,26).

Cari fratelli e sorelle: ci permettono di tornare costantemente, con la nostra vocazione, con la nostra consacrazione, nelle profondità del mistero pasquale. Facciamo presentiamo noi stessi a Croce di Cristo accanto a sua Madre. Impariamo la nostra vocazione da lei. Cristo stesso non ha dire: “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50)?

IV INSIEME CON MARIA
Meditiamo
Al vostro apostolato specifico

Gli eventi della Pasqua ci dirigono verso la Pentecoste, verso il giorno in cui “lo Spirito di verità”, di guida “alla verità tutta intera” (cfr Gv 16,13) gli Apostoli e tutta la Chiesa costruita su di loro come la sua fondazione (6 nella storia umana.

Maria porta al Cenacolo a Pentecoste la “nuova maternità”, che divenne la sua “parte” ai piedi della Croce. Questa maternità è di rimanere in lei, e nello stesso tempo deve essere trasferito da lei come un “modello” per tutta la Chiesa, che sarà rivelato al mondo il giorno della discesa dello Spirito Santo, il Paraclito . Tutti coloro che sono riuniti nel Cenacolo sono consapevoli del fatto che, dal momento del ritorno di Cristo al Padre la loro vita è nascosta con lui in Dio. Maria vive in questa presa di coscienza più di chiunque altro.

Dio è venuto nel mondo ed è nato a lei come il “Figlio dell’uomo”, al fine di compiere la volontà eterna del Padre che “ha tanto amato il mondo” (cfr Gv 3,16). Ma attraverso la Parola diventa Emanuele (Dio con noi), il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo hanno anche rivelato ancora più profondamente che il mondo “dimora in Dio” (cfr 1 Gv 3,24). “In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (Atti 17:28). Dio abbraccia tutto il creato con la sua potenza creatrice, che in Cristo si è rivelato soprattutto come forza dell’amore. L’Incarnazione del Verbo, il segno ineffabile e indistruttibile di “immanenza” di Dio nel mondo, ha rivelato in un modo nuovo la sua “trascendenza”. Tutto questo è stato già compiuto e completato nel contesto del mistero pasquale. La partenza del Figlio, “il primogenito di tutta la creazione” (Col 1,15), ha portato ad una nuova aspettativa di colui che riempie tutte le cose: “Perché lo Spirito del Signore riempie l’universo” (Sap 1: 7).

Coloro che insieme con Maria nel Cenacolo di Gerusalemme aspettavano il giorno di Pentecoste hanno già sperimentato la “nuova era”. Dopo aver ricevuto il soffio dello Spirito di verità sono a uscire dal Cenacolo, al fine di testimoniare, in unione con questo Spirito, a Cristo crocifisso e risorto (cfr Gv 15, 26-27). In tal modo essi devono rivelare Dio che, come l’amore, abbraccia e riempie il mondo. Devono convincere tutti che insieme con Cristo sono chiamati a “morire” nel potere della sua morte, per risorgere alla vita nascosta con Cristo in Dio.

Questo è precisamente ciò che costituisce il nucleo della missione apostolica della Chiesa. Uscendo dal Cenacolo il giorno di Pentecoste, gli Apostoli ha avviato la Chiesa, che è del tutto apostolico e rimane costantemente in uno stato di missione (in statu missionis). In questa Chiesa ogni individuo riceve in primo luogo nel sacramento del Battesimo e poi nella Cresima la vocazione che, a parole tht del Consiglio, è essenzialmente una vocazione all’apostolato. (7)

L’Anno Mariano è iniziata nella solennità di Pentecoste, in modo che tutti, insieme a Maria, potrebbe sentirsi invitato al Cenacolo, da cui tutta la storia apostolica della Chiesa di generazione in generazione prende il suo inizio. Ovviamente, cari fratelli e sorelle, voi siete tra gli invitati. Sotto l’ispirazione dello Spirito Santo che avete costruito la vostra vita e la vostra vocazione sul principio di una speciale consacrazione, una donazione totale a Dio. Questo invito al Cenacolo a Pentecoste significa che si deve rinnovare e approfondire la consapevolezza della vostra vocazione in due direzioni. Il primo consiste nel rafforzare l’apostolato contenuta nella vostra consacrazione stessa; il secondo consiste nel dare nuova vita ai tanti diversi compiti apostolici che derivano da questa consacrazione nel contesto della spiritualità e gli obiettivi delle vostre Comunità e Istituti, e di ciascuno di voi singolarmente.

Cercate di essere presenti con Maria nel Cenacolo a Pentecoste. Lei più di chiunque vi porterà vicino a questa visione salvifica della verità su Dio e sull’uomo, su Dio e il mondo, che è contenuta nelle parole di san Paolo: “Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio” . Queste parole contengono il paradosso e allo stesso tempo il nucleo del messaggio evangelico. Cari fratelli e sorelle, come persone consacrate a Dio, si hanno qualità speciali per avvicinare le persone vicino a questo paradosso e questo messaggio evangelico. Lei ha anche il compito speciale di dire a tutti – nel mistero della Croce e della Risurrezione – quanto il mondo e tutto il creato sono “in Dio”; quanto “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” in lui; quanto questo Dio, che è amore, abbraccia tutto e tutti; quanto “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5).

Cristo ha “scelti dal mondo”, e il mondo ha bisogno della vostra vocazione, anche se a volte il mondo dà l’impressione di essere indifferente ad esso e di attribuire alcuna importanza ad esso. Il mondo ha bisogno del vostro essere “nascosta con Cristo in Dio”, anche se a volte critica le forme della clausura monastica. Perché è proprio attraverso la potenza di questo “nascondimento” che si è in grado, con gli Apostoli e tutta la Chiesa, per fare il vostro proprio il messaggio della preghiera sacerdotale del nostro Redentore: “Come tu (Padre) mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo “(Gv 17,18). Si condivide in questa missione, nella missione apostolica della Chiesa (8) Si condivide in in un modo singolare che è unicamente vostra, secondo il vostro “proprio dono”. (Cfr 1 Cor 7, 7). Ognuno di voi, uomini e donne, le azioni in essa, e più si condivide in essa la più la tua vita “è nascosta con Cristo in Dio”. Qui sta la vera sorgente del vostro apostolato.

Questa “forma” fondamentale dell’apostolato non può essere frettolosamente modificato in fase di conformarsi alla mentalità di questo mondo (cfr Rm 12, 2). E ‘vero che spesso si verifica il fatto che il mondo ama “la propria”: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo” (Gv 15,19). Ma è Cristo che ha “scelti dal mondo”, scelto voi in modo che “il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,17). Proprio per questo motivo non è possibile abbandonare il tuo “essere nascosta con Cristo in Dio”, poiché questa è una condizione indispensabile per il mondo a credere nella potenza salvifica di Cristo. Questa “nascondimento”, derivante dalla vostra consacrazione, fa ognuno di voi una persona credibile e autentico. E questo non chiude il mondo a voi ma al contrario apre. Infatti, “i consigli evangelici”, come ho detto nella mia Esortazione apostolica Redemptionis Donum “, nel loro scopo scopo essenziale al ‘rinnovamento della creazione’: ‘il mondo’, grazie a loro, è quello di essere sottoposti per l’uomo e data a lui in modo tale che l’uomo stesso sia perfettamente donato a Dio “. (9)

La partecipazione nella crescita di tutta la Chiesa nella devozione a Maria, a seguito primario dell’Anno Mariano, assumerà diverse forme ed espressioni, secondo la particolare vocazione di ciascun Istituto, e la sua fecondità dipende dalla fedeltà di ciascun Istituto alla sua specifica dono. Pertanto:

a) Istituti totalmente dedita alla contemplazione “donarsi a Dio nella solitudine e nel silenzio, e con la preghiera costante e alla penitenza pronto. Non importa quanto sia urgente che siano le necessità dell’apostolato attivo, tali comunità avranno sempre un ruolo distinto da svolgere in corpo mistico di Cristo “, come il Concilio Vaticano II ricorda loro. (10)

Così la Chiesa, guardando a Maria in questo anno speciale di grazia, si sente particolarmente attenta e rispettosa della ricca tradizione di vita contemplativa, che gli uomini e le donne, nella fedeltà a questo carisma, hanno stabilito e promosso a beneficio del ecclesiale con successo comunità e per il bene della società nel suo insieme. La Vergine aveva una fecondità spirituale così intensa che ha fatto di lei la Madre della Chiesa e del genere umano. Nel silenzio e nella costante attenzione alla Parola di Dio, e attraverso la sua intima unione con il Signore, Maria è diventata uno strumento di salvezza a fianco del suo divin Figlio, Gesù Cristo. Che tutte le anime consacrate alla vita contemplativa quindi trarre conforto, dal momento che la Chiesa e il mondo che deve evangelizzare ricevono molta luce e forza dal Signore grazie alla loro vita nascosta di preghiera. E seguendo gli esempi di umiltà, nascondimento e costante comunione con Dio proposta dal Serva del Signore, possano crescere nell’amore per la loro vocazione di anime dedite alla contemplazione.

b) Tutti i religiosi e le religiose che si dedicano alla vita apostolica, all’evangelizzazione e alle opere di carità e di misericordia, si trova in Maria un modello di carità verso Dio e verso l’uomo. A seguito di questo modello con generosa fedeltà, essi rispondono con successo alle esigenze dell’umanità soffre di una mancanza di certezza, della verità e del senso di Dio. Si tratta di una umanità che non conosce l’angoscia di ingiustizia, la discriminazione, l’oppressione, le guerre e la fame. Con Maria, religiosa condividerà la condizione dei loro fratelli e sorelle, e aiutare la Chiesa nella sua disponibilità a essere di servizio per la salvezza dell’umanità che incontra sul suo cammino oggi.

c) I membri degli Istituti Secolari, come vivono la loro vita quotidiana all’interno dei diversi strati della società, hanno in Maria un esempio e un aiuto per offrire le persone con cui condividono la vita nel mondo un senso di armonia e la bellezza di un esistenza umana che è tanto più grande e più gioiosa quanto più è aperto a Dio. I membri degli Istituti secolari offrono anche la testimonianza di una esistenza vissuta, al fine di costruire in comunità bontà sempre più degno della persona umana. Essi offrono la prova che le realtà temporali, vissute con la forza del Vangelo, può dare vita a per la società, rendendola più libera e più giusta, per il bene di tutti i figli di Dio, che è Signore dell’universo e il Datore di ogni buona cosa. Questo sarà il cantico cui l’umanità, come Maria, sarà in grado di innalzare a Dio, riconoscendo lui come onnipotente e misericordioso.

Attraverso una maggiore determinazione da parte vostra per vivere la vostra consacrazione al massimo, prendendo Maria, la Madre di Gesù e della Chiesa, come il modello sublime di perfetta consacrazione a Dio, la vostra testimonianza evangelica cresca in efficacia e portare ad una maggiore fecondità della pastorale lavorare per le vocazioni.

E ‘vero che un numero considerevole di Istituti oggi stanno vivendo una grave mancanza di vocazioni, e in molte parti del mondo, la Chiesa sente il bisogno di vocazioni alla vita consacrata. Infatti l’Anno Mariano potrebbe segnare un risveglio di vocazioni attraverso un ricorso più fiducia a Maria, come ad una Madre che prevede per i bisogni della sua famiglia, e anche attraverso un approfondito senso di responsabilità tra tutti i membri della Chiesa per la promozione dei consacrati vita nella Chiesa.

V CONCLUSIONI

Durante l’Anno Mariano tutti i cristiani sono chiamati a meditare, secondo la mente della Chiesa, sulla presenza della Vergine Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. (11) La presente lettera è destinata ad essere un incoraggiamento a voi per meditare su questa presenza nei vostri cuori, nella storia personale della vostra anima e la vostra vocazione, e allo stesso tempo nelle vostre comunità religiose, Ordini, Congregazioni e gli Istituti Secolari.

Si può veramente dire che l’anno mariano è diventato il tempo per un “pellegrinaggio” unica sulle orme di colei che “precede” tutto il Popolo di Dio nel pellegrinaggio della fede: essa precede ogni aiuto individuale tutti insieme. Questo pellegrinaggio ha molte dimensioni e contesti: intere nazioni e perfino continenti stanno raccogliendo presso i santuari mariani, per non parlare del fatto che i singoli cristiani hanno i loro santuari “interiori”, in cui Maria è la loro guida nel cammino della fede, della speranza e amorosa unione con Cristo. (12)

Gli Ordini, Congregazioni e Istituti, con le loro esperienze, a volte secolare, spesso hanno i loro santuari, “luoghi” della presenza di Maria, che sono legati alla loro spiritualità e anche la storia della loro vita e missione nella Chiesa. Questi “luoghi” ricordano i particolari misteri della Vergine Madre, le qualità, gli eventi della sua vita, le testimonianze delle esperienze spirituali dei fondatori o le manifestazioni del loro carisma, che ha poi passato a tutta la comunità.

Durante questo Anno, cercate di essere particolarmente presente in questi “luoghi”, in questi “santuari”. Guardate a loro per nuova forza, per i percorsi di un autentico rinnovamento della vita consacrata, per la giusta direzione e la forma per il vostro apostolato. Cercate in loro la vostra identità, così padrone di casa, che uomo saggio, che “estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52). Sì! Per mezzo di Maria cercare vitalità spirituale, essere ringiovanito con lei. Pregate per le vocazioni. Infine, “Fate quello che vi dirà”, come ha detto la Madonna a Cana di Galilea (cfr Gv 2, 5). Maria, la Sposa mistica dello Spirito Santo e Madre nostra, vuole questo da voi e per voi. Anzi, vi esorto a rispondere a questo desiderio di Maria con un atto comunitario di dedizione; che è appunto “la risposta all’amore di una madre” (13).

Durante questo Anno Mariano, anch’io con tutto il cuore affido ciascuno di voi e le vostre comunità a lei, e vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

(Dato a Roma, presso San Pietro, il 22 maggio, solennità di Pentecoste, dell’anno 1988, decimo di Pontificato.)

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